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Speciale coronavirus. L'Ozono fa la differenza in campo medico.

Aggiornamento: 13 ott 2022

Secondo le notizie esposte da "ilgiornale.it" all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine si usa come sperimentazione su i pazienti affetti da coronavirus la terapia tramite Ozono.


Così facendo potremo dare un aiuto considerevole agli ospedali, che come sappiamo, sopratutto in Lombardia, sono in un momento di grande crisi dovuta alla quantità di pazienti da curare in terapia intensiva.


Una notizia che ha portato a far calare dal 15% al 3% le persone intubate nell'ospedale sopracitato. I risultati sono arrivati dopo un costante lavoro curato dal gruppo di anestesia e rianimazione insieme al team delle Malattie infettive dell’azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, guidati dall’anestesista Amato De Monte e dall’infettivologo Carlo Tascini. Ora l’équipe di medici attende il via libera per iniziare lo studio clinico dall’Agenzia italiana del farmaco e dal comitato etico dell’istituto Spallanzani di Roma. Studio clinico che verrà effettuato insieme ad altri centri italiani.


Il dott. Tascini ha sottolineato che "Lo studio clinico ci consente di verificare se la terapia basata sull’infusione di ozono può ristabilire il sistema immunitario”

Aggiunge De Monte che inizialmente è stato fatto un esame nei pazienti già in terapia intensiva “ma ci siamo resi conto subito che in quella fase è troppo tardi perché la lesione al polmone si è già formata. Se invece si agisce prima, il polmone non arriva ad avere quei danni”.

La nuova cura ha permesso dunque a 35 pazienti di non entrare in terapia intensiva. Altrimenti sarebbero stati intubati e avrebbero potuto rimanere in quella condizione per circa venti giorni. Invece sono in via di guarigione e presto saranno dimessi. Si tratta di un risultato importante che è stato evidenziato anche al comitato etico e all’Aifa, che dovranno decidere se autorizzare o meno lo studio. La richiesta è stata inviata dal direttore generale dell’azienda sanitaria universitaria Friuli centrale. Se arriverà il via libera da Roma, lo studio clinico vedrà coinvolti 200 pazienti, di cui 100 saranno trattati con gli antivirali e l'altra metà con ozono e antivirali.

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